In un evento organizzato da UNICEF e Regione Campania è stato presentato ieri il Rapporto “Crescere nelle aree interne. Le esperienze di vita di bambini, bambine e adolescenti nel contesto del Cilento Interno” realizzato dall’UNICEF Innocenti – Ufficio Globale di Ricerca e Previsioni Strategiche di Firenze.
Lo studio, che rientra in un progetto più ampio, è basato su dati raccolti su 1668 ragazzi (901 della scuola primaria e 767 della scuola secondaria) divisi su 13 scuole del Cilento. Sono stati coinvolti anche genitori, persone della comunità, insegnanti, personale sanitario, rappresentanti delle organizzazioni locali, politici e studiosi del tema.
Nel corso dell’evento, i ricercatori dell’UNICEF Innocenti – Ufficio Globale di Ricerca e Previsioni Strategiche Alessandro Carraro, Caterina Arciprete e Gwyther Rees e una delegazione di ragazzi e ragazze degli Istituti Comprensivi e Superiori del Cilento Interno hanno presentato il rapporto. Ne è poi seguita una tavola rotonda per discutere su come vincere il fenomeno della povertà infantile territoriale.
Il Rapporto, infatti, ha l’obiettivo di accogliere le sfide e le opportunità di bambini e adolescenti che vivono in aree marginalizzate, in particolare nelle aree del Cilento Interno, dove spopolamento, chiusura di servizi essenziali e mancanza di opportunità economiche contribuire al progressivo impoverimento della comunità con effetti negativi sul benessere di bambini e adolescenti.
Dall’indagine emergono infatti forti segnali che descrivono molti giovani che faticano a immaginare un futuro diverso nel loro luogo d’origine. Questa tendenza è evidente in tutto il Cilento Interno, dove solo il 16% dei ragazzi del Cilento pensa di rimanere nel proprio territorio da adulto.
Pur essendo il Cilento caratterizzato da un ambiente sicuro per i bambini per i bassi livelli di criminalità e con la presenza di una comunità coesa, le mamme manifestano ansia rispetto allaontananza dai servizi sanitari di base e alle difficoltà legate alle molteplici e talvolta complesse necessità che si presentano.
Dallo studio condotto nelle scuole del Cilento Interno è emerso un forte attaccamento ai paesi e al loro patrimonio naturalistico e culturale per i bambini e le bambine delle scuole primarie, tuttavia, con il crescere dell’età, il territorio diventa meno in grado di soddisfare i loro bisogni multidimensionali. I dati mostrano, infatti, che la proporzione di bambini a cui piace il posto in cui vive si riduce dal 42,3% al 12,9% col crescere dell’età nei comuni intermedi.
Le scuole di secondo grado sono spesso situate al di fuori dell’area di residenza degli studenti, questo aspetto costringe talvolta a compiere scelte di indirizzo scolastico sulla distanza piuttosto che sulle proprie aspirazioni. Inoltre, l’offerta di attività extrascolastiche è molto limitata soprattutto per chi vive nelle zone periferiche dove 1 ragazzo su 3 non le frequenta a causa dell’eccessiva distanza dai luoghi dove si svolgono.
A dispetto della promozione portata avanti dalle istituzioni, la natura nella vita degli adolescenti è spesso marginale: il 59,3% degli adolescenti (14-18) dichiara di passare poco o per nulla tempo nella natura pur conservando un forte senso di comunità e solidarietà. Crescendo però la percezione prevalente è che siano pochi gli adulti che si impegnano concretamente per il bene della collettività e dei bambini.