Quando prendiamo atto della distruzione di molte località turistiche, grazie al cosiddetto overtourism e alla trasformazione di queste località in qualcosa che sembra un parco-giochi, considerato che viviamo nel quinto Paese più visitato al mondo ci poniamo spesso una domanda: dove abbiamo intenzione di andare?
Purtroppo, partiamo da un presupposto negativo: la mancanza di una politica turistica nel nostro Paese. L’attuale ministro (ma anche quelli prima non erano da meno) è solerte nel difendere le varie categorie del settore, impegnandosi per un bonus di qua e un bonus di là, per evitare tasse più o meno penalizzanti per le corporazioni, per fare campagne promozionali all’estero tanto generiche quanto inutili, a pronunciare la sua insignificante opinione su argomenti scottanti tipo taxisti che boicottano la concorrenza o spiagge demaniali occupate dai balneari…. ma oltre a ciò non vale perché il governo e le amministrazioni regionali e locali sembrano interessati solo a maggiori ricavi economici, costi quel che costi. Ed è tutto in armonia con quest’ultimo governo italiano e alcune minoranze in sede europea, che hanno sposato tutto ciò che non è ecologico e culturale nel nome di un presunto attacco della cattiva Europa che, col Green Deal, starebbe distruggendo i nostri portafogli, il nostro benessere e la nostra vita (1).
I risultati di questa situazione sono sotto gli occhi di tutti: overtourism con città, ad esempio, come Venezia, Firenze e Roma sono diventate dei parchi-gioco che hanno spinto i residenti a trasformare il proprio patrimonio abitativo in B&B e alberghi di lusso o, comunque, a prezzi da capogiro. I turisti vanno in queste città e località, non certo per vedere città che vivono la propria specificità, ma per vedere altri turisti e venditori (sempre con caratteristiche locali) di qualunque prodotto di consumo, a prezzi sempre più stratosferici.
Siamo in buona compagnia europeaper carità, anche con altre città: si pensi, per esempio, che un posto letto in un ostello periferico in camera super-multipla ad Amsterdamcosto medio 75 euro a notte. Ma dobbiamo anche fare il confronto con la città Venire Berlinodove la situazione è quasi opposta a quella di Amsterdam e delle nostre Venezia e Firenze.
Altro risultato tipico, sono le politiche delle amministrazioni locali che, quando si decide per la riqualificazione di edifici e/o zone, è sempre per alberghi di lusso o “finti” studentati visto che i prezzi sono degli alberghi a 4-5 stelle. Città in cui, per restare in materia di studenti, coloro che non sono ricchi non trovano un buco in cui abitare.
La constatazione finale è che chi semina vento raccoglie tempesta. Cioè, se non ci sono alloggi turistici a prezzi abbordabili, ma solo alberghi di lusso e case private che usano per il B&B cacciando i residenti dai centri storici, non favorire i turisti di ogni tipo curiosi da conoscere, vivere un’esperienza in una città storica, ma solo i turisti ricchi (pochi) e una massa di persone che inondano la località per alcune ore non potendole visitare altrimenti per mancanza di proprie disponibilità e di strutture ricettive consequenziali, vivendole come un videogioco.
1 – si ripeschino diversi slogan della passata campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo e quasi tutti gli attuali slogan della campagna elettorale francese in corso
Ecco il video sul canale YouTube di Aduc
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