A dimostrazione di questo, aggiunge, “i dati più recenti dello studio Passi d’Argento dove si vede chiaramente che essere soli, essere poveri, avere un basso livello di istruzione incide nel numero di giornate vissute in cattiva salute”.
“Pertanto – spiega Romagnoni – l’Infermiere di Famiglia e di Comunità ha la necessità di interagire anche con il mondo del sociale. Il mondo del sociale della nostra provincia è un mondo un po’ complesso: siamo tre distretti, sei servizi sociali territoriali, quattro forme di aggregazione dei servizi sociali territoriali e una marea di associazioni che rendono ricco il territorio ma che necessitano di qualcuno che viva sul posto, che conosce la realtà sociale, che riesca a interagire con questi altri attori”.
Questo perché “la salute e il benessere della persona lo si ottiene nel suo livello massimo solo se si lavora in equipe insieme a tutti gli attori che possono concorrere allo star bene della persona”.
“Ifec – concludono – in questo senso è una risorsa di prossimità in più che viene messa a disposizione del territorio”.