Lo scorso sei settembre Kourtney Kardashian ha condiviso su Instagram – dove ha 224 milioni di follower – una foto dal letto d’ospedale dove era ricoverata: la sua mano stretta in quella tatuata di Travis Barker, suo marito. Per molti è stato uno spaventoso: Kourtney, a 44 anni, è incinta di sette mesi di un figlio molto cercatocome viene anche raccontato in La Kardashian, I l la realtà sulla sua famiglia giunto alla quarta stagione, naturale proseguimento di Al passo con i Kardashian, trasmesso negli Usa su E! per venti stagioni. «È stato terrificante. E sento che prima o poi entrerò nei dettagli perché spero che possa aiutare gli altri, ma oggi non mi sento ancora pronta perché è stato davvero spaventoso», dice quando la raggiungiamo al telefono. Chi segue lo show lo sa: di tutte le sorelle – Kim, Khloé, Kylie e Kendall – è stata sempre la più ambivalente rispetto a quanto e come raccontare la propria vita, un’ambivalenza che è stata spesso fonte di tensione, così come la diversa attitudine delle sorelle verso il lavoro: più stacanovista e workaholic Kim, più rilassata e meno in carriera Kourtney. Certezze che ultimamente sembrano però messe in discussione. Intanto perché anche Kourtney, come Kim, sta avendo successo come imprenditrice e dopo il lancio nel 2019 del sito di benessere Poosh, nel 2022 ha lanciato Lasciami, un marchio specializzato in vitamine ed integratori gommosi. E poi perché la sua storia con Travis e il loro matrimonio a Portofino targato Dolce e Gabbana – dopo quelli a Las Vegas e a Santa Barbara – sono diventati argomento narrativo di buona parte di La Kardashian è addirittura uno spin-off sotto forma del documentario Finché morte non ci separi: «Io e Travis non abbiamo ancora parlato di se e quanto espone il bambino», dice ormai giunta quasi al termine della gravidanza che, a dispetto della paura di un mese fa, ora procede felicemente.
In che cosa questa gravidanza è diversa da quelle precedenti?
«Fisicamente mi sento benissimo. A me piace essere incinta. Sono ossessionata dall’idea di essere incinta! Però questa volta, a differenze delle altre tre, sono seguite da un gruppo diverso di medici che, nei primi mesi, mi ha dato molte restrizioni. Niente allenamenti, niente Pilates, niente caffeina, niente viaggi in aereo. Persino niente sesso! Ecco, credo che tutta questa cautela mi abbia messo un po’ di paura perché in passato non mi era mai successo di dover stare attenta. Ci ho messo un po’ per abbandonare la paura, direi che proprio dopo l’intervento chirurgico sono arrivato al punto in cui mi sono lasciato andare, ho smesso di preoccuparmi. Ora parlo con il bambino ogni giorno, ho una mentalità positiva, ho la testa a posto e dico molte preghiere. E mi sento davvero fortunata e grata. Ecco, ho molta gratitudine, sì. Non che prima non l’avessi, ma forse visto che mi era facile, davo per scontato la gravidanza».
In Rete ci sono stati commenti negativi sulla sua età, nonostante oggi ci siano molte donne sopra i 40 anni che rimangono incinte in modo naturale.
«Quei commenti non mi toccano. A chi li fa dico solo: come osate mettere in discussione il progetto di Dio? Perché è così che vedo questa gravidanza, che infatti è arrivata quando sia io che Travis non ci pensavamo neanche più e un anno dopo aver smesso di provare con la fecondazione assistita».
A proposito: lei è stata molto sincera su quanto sia stata debilitante sia psicologicamente che fisicamente.
«La decisione di provare la fecondazione assistita è stata quasi una non scelta, nel senso che ci sono stata spinta come se fosse stata l’unica opzione. La verità è che sentivo che stavo facendo qualcosa che per me non andava bene. Il mio intuito mi stava dicendo che non era adatto a me – io che non prendo neanche medicine, figurati – che lavorava contro il mio corpo, invece che a favore».
Noi donne dobbiamo dare più ascolto alle nostre intuizioni.
«Sapevo nel profondo che non era la cosa giusta. E infatti a Travis continuavo a dire: se siamo destinati ad avere un bambino, allora accadrà e basta. E così è stato: quando abbiamo smesso di forzare il processo, allora è successo».
I suoi figli sono contenti?
«Molto. Era tempo che mi chiedevano un fratellino. Ora quando la mattina vanno a scuola, mi toccano la pancia, me la baciano, lo salutano».
Il rapporto con il suo corpo è sempre stato buono?
«Ho sempre amato il mio corpo. Khloé mi diceva sempre che avrebbe voluto avere un grammo della mia sicurezza. A casa sto sempre nuda e chi viene da me lo sa, è avvertito. Durante l’adolescenza ho subito, come tutti, pressioni per essere più magra e in forma, così come dopo aver avuto i figli ho subito pressioni per tornare subito in forma, come se ci fosse un’aspettativa sociale che chiede quanto ci metterà una donna a tornare come prima».
Di recente sua sorella Kylie Jenner ha fatto autocritica rispetto a certi ideali di bellezza, forse anche voi Kardashian avete delle responsabilità.
«Se ci penso adesso lo capisco, ho partecipazione a copertine con quel tono tipo “guardate come è tornata presto in forma Kourtney”. Oggi penso che siano malsane, perché il corpo di ogni donna è diverso. Dopo il mio terzo figlio (Reign, nato nel 2014ndr) mi sono rifiutata di farle, mi sono presa il mio tempo, ma il percorso di benessere lo avevo già iniziato durante la gravidanza e dopo la nascita di Penelope (nel 2012, ndr): già lì ho sentito di voler trasmettere un messaggio più positivo, senza mettere fretta a nessuno, tantomeno a me stessa. Ricordo che all’epoca non vedevo l’ora di iniziare ad allenarmi, ma perché mi faceva stare bene a livello di saluto mentale. Avevo molta ansia in quel momento, mi stavo separando dal padre dei miei figli, e allenarmi mi ha davvero aiutato».
A giudicare dalle foto, sembra che la gravidanza l’abbia resa ancora più sicura di se stessa.
«Sentire la vita crescere dentro di me è un’esperienza davvero speciale e incredibile. È come un super potere, ma al tempo stesso è un momento molto vulnerabile e credo che quando si è vulnerabile il nostro sé più vero sia anche più potente».
Lei e Travis avete iniziato come amici, e adesso siete praticamente la coppia perfetta. Come è successo?
«In realtà abbiamo sempre saputo di essere più che amici. E lo sapevano anche quelli intorno a noi: tutti ci hanno sempre detto che eravamo fatti per stare insieme, da Kendall a Kim passando per Kanye. Travis stesso lo diceva, ma io per tanto tempo l’ho tenuto a distanza, anche se durante il Covid abbiamo passato tanto tempo insieme, noi con i nostri figli. È come se entrambi lo avessi sempre saputo, ma avevamo avuto paura».
Paura di essere felice?
«Paura di qualcosa di reale. Ricordo che una volta Travis mi ha invitato al cinema a vedere Bohemian Rhapsody. Io risposi di sì e poi andai in panico. Ero terrorizzato. Ricordo di averne parlato con la mia terapeuta. Lei mi chiedeva: cosa c’è che non va? Perché non dovresti andare? E io pensavo solo che ero terrorizzato».
Che cosa le piace di più del diventare madre?
«Adoro vivere la vita attraverso i loro occhi e rifare con loro tutte le cose che facevo da bambina. Andare a Disneyland o anche solo toccare la sabbia per la prima volta. Amo creare tradizioni e ricordi e far sembrare le cose quotidiane speciali e magiche. Poterlo fare ora con Travis è un sogno che diventa realtà».