Libertà

ONU: l’Iran ha represso le minoranze etniche e religiose durante le proteste “Donna, vita, libertà”

Foto di minorenni iraniani uccisi dalle forze di sicurezza durante le proteste “Donna, vita, libertà” del settembre 2022

ONU — “Crimini contro l’umanità” da parte delle autorità iraniane durante le proteste “Donna, vita, libertà”

Proteste in Iran: “Ci hanno imbavagliato con i nostri hijab” — Abusi e stupri sui detenuti


IL Riassunto della Missione Internazionale Indipendente di inchiesta sull’Iran:

Le violazioni dei diritti delle minoranze e dei diritti dei membri delle minoranze si sono amplificate nel contesto delle proteste del settembre 2022 e la Missione ha scoperto che alcune di queste costituiscono crimini contro l’umanità.

Le forze di sicurezza hanno sottoposto donne, uomini e bambini appartenenti a minoranze arrestati in relazione alle proteste del settembre 2022 a stupri e altre forme di violenza sessuale e di genere. Le donne appartenenti a minoranze etniche e religiose sono state sottoposte ad atti particolarmente brutali, tra cui stupri di gruppo e stupri con un oggetto, in atti che costituiscono anche tortura.

Le proteste a livello nazionale sono state scatenate dalla morte di Mahsa Amini, 22 anni, mentre era sotto custodia della polizia, dopo essere stata arrestata e, a quanto si dice, picchiata dalla “polizia morale” per “abbigliamento inappropriato”.

Le forze di sicurezza iraniane hanno ucciso circa 550 dimostranti. Altri dieci sono stati giustiziati.

La Missione ha evidenziato la mancanza di responsabilità per le vittime di gravi violazioni dei diritti umani. Ha sollevato possibili meccanismi di responsabilità al di fuori dell’Iran, tra cui la giurisdizione universale e i reclami interstatali ai sensi della convenzione internazionale contro la discriminazione razziale.

Ha spiegato:

L’impatto delle proteste sulle minoranze non può essere sopravvalutato. I tessuti sociali delle comunità sono stati sfilacciati. Le donne appartenenti a minoranze etniche e religiose subiscono danni distinti che sono aggravati da discriminazioni e violenze preesistenti contro di loro sia in quanto donne, sia in virtù del loro status di minoranze etniche e religiose.

Gli investigatori hanno sottolineato l’impatto transgenerazionale sui bambini, “i cui danni multiformi possono essere previsti per decenni a venire”.

Quasi la metà delle interviste della Missione sono state condotte con vittime e testimoni appartenenti a gruppi minoritari e un numero considerevole di incidenti indagati si è verificato in province popolate da minoranze.

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