Lavorare sul campo rappresenta una minaccia per la salute mentale dei giornalisti. Uno studio condotto in Iran su 114 giornalisti evidenzia tra i fattori di stress le intimidazioni (51%), le minacce alla famiglia (43%), l’arresto (41%), la tortura (19%), le aggressioni (10%). In Kenya, una ricerca mostra tra i fattori di stress da lavoro quello di essere feriti fisicamente, ricevere tangenti o subire pressioni per pubblicare una storia.
«Coprire il trauma può generare un altro tipo di trauma»: è quanto afferma uno studio del 2019 realizzato negli Stati Uniti su 254 giornalisti, che indagano le ripercussioni del trauma vicario. «I meccanismi comuni di gestione del trauma includono la disconnessione dal lavoro, la soppressione delle emozioni, il parlare del trauma stesso e il ricordare gli scopi più elevati della propria professione». Un’altra ricerca condotta a Toronto spiega perché anche i giornalisti da scrivania sono particolarmente colpiti dalla sindrome post traumatica da stress: la frequenza dell’esposizione a foto e video disturbanti influisce in modo diretto sulla salute mentale.
Ecco perché è fondamentale che le redazioni abbiano gli strumenti per affrontare questo tipo di disagio: nel 2019 il Dart Center for Journalism and Trauma ha pubblicato un manuale per i direttori ei caporedattori su come lavorare con i giornalisti libero professionista esposti a eventi traumatici, mentre nel 2022 l’Unesco ne ha realizzato una guida per la sicurezza dei giornalisti che hanno a che fare con i traumi, nel loro lavoro.
In questo contesto, uno spartiacque è lo stato della pandemia. Durante l’emergenza sanitaria i giornalisti fungevano da “filtro” delle cattive notizie: questo ha causato traumi cranici, secondo l’American Psychologist Association. Alcuni studi parlano di “trauma anticipatorio”: Elana Newman, direttrice della ricerca presso il Dart Center e professoressa di psicologia all’Università di Tulsa, ha dichiarato che «quando si tratta di Covid-19, l’evento traumatico non è solo protratto – ma peggiora con il tempo».
Anche la crisi climatica e le sue disastrose conseguenze sono considerate tra gli eventi traumatici che oggi sempre più colpiscono i giornalisti, generando disturbi come l’ecoansia e l’ecoparalisi. Uno studio condotto in Texas su 30 giornalisti che nel 2017 hanno coperto l’uragano Harvey riscontra una correlazione con depressione e sindrome post traumatica da stress.