Nei giardini di Antichistica, Storia e filosofialungo via Santa Maria, alcuni studenti e studentesse dell’Università di Pisa hanno deciso di accamparsi per manifestare per la Palestina. Si tratta di una decina di tende, collocate proprio nello spazio interno tra la biblioteca di Antichistica e quella del Dipartimento di Storia e Filosofia, su via Pasquale Paoli.
“Da mesi, ormai, lottiamo a sostegno della popolazione palestinese, sottoposta al genocidio israeliano ea decenni di discriminazione razzialee per la fine delle complicità delle nostre istituzioni – hanno spiegato gli studenti e le studentesse che hanno aderito all’iniziativa – le proteste studentesche hanno assunto un rilievo globale, come hanno mostrato gli accampamenti nei città universitaria americani. I tentativi di reprimere la voce delle persone che protestano per la Palestina non hanno avuto efficacia“.
“Le università non si possono ritenere neutrali – hanno aggiunto – esse svolgono un ruolo politico fondamentale e, oggi più che mai, sono legato a doppio filo con il comparto bellicooltre ad avere rapporti diretti con le università israeliane, capisaldi dell’occupazione dei territori palestinesi”.
Quindi, per far cessare la protesta, gli studenti e le studentesse hanno avanzato le richieste all’Università di Pisa. “Alla luce di ciò, dell’uccisione indiscriminata di più di 35mila palestinesi e della carestia che sta colpendo oltre un milione e mezzo di persone, chiediamo che l’Università denunciamo fermamente l’aggressione israeliana contro la popolazione palestinese e il genocidio, oltre a fornire aiuti umanitari con tutti i mezzi possibili – hanno scritto – quindi, la risoluzione immediata di tutti gli accordi universitari con Atenei e aziende ubicate in Israele e di tutti gli accordi con aziende bellichecoinvolte o meno negli scenari di occupazione in corso, come Leonardo ed Eni”.
“Per noi non è solo un gesto di protesta, ma una possibilità di riappropriarci dei nostri spazi e aprirli a tutti coloro che intendono riflettere e informare sul tema palestinese – hanno concluso – ora è il momento di prendere una decisione: liberiamo l’Università da logiche belliciste e colonialifinché la Palestina non sarà libera».